Curiosità

Lo sfruttamento delle cave di portoro

Lo sfruttamento delle cave di portoro ebbe un tale sviluppo che nel 1862 ne furono censite ben trenta.

Una delle cave più efficienti fu la Cava Merlini nell’isola Palmaria (1908) che occupava numerosi cavatori, alcuni locali, altri provenienti da Carrara.

Il lavoro era durissimo e assai pericoloso, la sezionamento del blocco di marmo si effettuava col filo elicoidale (lungo 900-1000 metri) azionato da un motore elettrico posto in basso.

A Porto Venere si ricorda ancora la frana di 100 tonnellate avvenuta nella cava della Crocetta, dove si estraeva il portoro e nella quale morirono quattro cavatori, il giorno della festività dell’Immacolata Concezione, l’8 dicembre 1937.

A causa del selvaggio sfruttamento delle cave di marmo, la morfologia del promontorio di Porto Venere risulta alterato.

In corrispondenza delle cave, definitivamente chiuse nel 1932-83 per il rigoroso impegno dell’allora amministrazione comunale che intervenne ad impedire lo scempio del territorio, permangono gallerie ed altre “forme artificiali” che, purtroppo, deturpano il paesaggio.

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *